I subacquei cacciano il “pesce mostro” invasivo nel Lago di Garda

I subacquei cacciano il “pesce mostro” invasivo nel Lago di Garda

Un pesce predatore invasivo sta divorando i fondali ittici nel Lago di Garda. Ora, i subacquei senza bombole di ossigeno danno la caccia a questi animali, che possono crescere fino a tre metri di lunghezza.

Salò – Il Lago di Garda è il luogo di villeggiatura preferito dagli austriaci e dai tedeschi nel nord Italia. Le sue coste rocciose, le palme e l’acqua cristallina attirano turisti in massa. Ma sotto la superficie del lago si consumano drammi quotidiani: enormi pesci predatori cacciano praticamente tutto ciò che si muove.

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Si tratta di siluri, noti anche come pesce gatto, presenti nei sistemi fluviali del Reno e di altri fiumi dell’Europa centrale, orientale e sudorientale fino all’Asia (Afghanistan). Solo a sud delle Alpi questa specie, che può vivere fino a 100 anni e raggiungere un peso di oltre 300 chili, non è autoctona, motivo per cui gli ecosistemi naturali locali non sono adattati a essa. Tuttavia, il siluro è stato introdotto anche nel nord Italia, probabilmente da pescatori sportivi, e ora si diffonde nei laghi dell’Italia settentrionale e nel fiume Po e i suoi affluenti.

Al Lago d’Iseo, vicino a Brescia, ci sono già gravi problemi, poiché il siluro, in quanto pesce predatore, mangia quasi tutto ciò che gli capita davanti: oltre ai pesci vivi e morti, si nutre di anfibi, crostacei, insetti, vermi e altri invertebrati, persino di giovani uccelli acquatici, piccioni e piccoli mammiferi come topi e ratti. Ora il siluro si è stabilito anche nel Lago di Garda.

Specie ittica invasiva devasta i fiumi e i laghi

“Questo pesce non può essere il capro espiatorio di tutti i problemi del Lago di Garda, che è minacciato anche da altri problemi critici come gli scarichi fognari e le reti di pesca illegale, ma la combinazione di cause, inclusa la presenza del siluro, porta a un impoverimento significativo dei pesci autoctoni”, riferisce il subacqueo Marco P. a larena.it. Con il suo amico subacqueo Stefano G., dà la caccia ai siluri senza l’uso di bombole di ossigeno ma armati di fiocine. I due hanno affinato la tecnica nel corso degli anni.

“È molto vorace”, dice Stefano G., presidente del Club Apnea Brescia e vicepresidente dell’Unione Pescatori Sportivi del Garda. Ricorda ancora bene il primo incontro con un “siluro”, come chiamano i siluri in Italia: “Circa vent’anni fa, durante una riqualificazione in un canale vicino a Mantova, fummo chiamati dai pescatori locali per aiutarli, erano disperati perché i pesci che introducevano venivano mangiati dai siluri”.

I subacquei, utilizzando tecniche di apnea, si sono specializzati nella caccia al siluro per cercare di ridurre il loro numero e proteggere le specie ittiche autoctone del Lago di Garda. Nonostante gli sforzi, la lotta contro questi pesci mostruosi resta una sfida continua per mantenere l’equilibrio ecologico del lago.