Era ubriaco, talmente tanto da aver bisogno dell’ambulanza. Ma mentre si trovava sul mezzo di soccorso che si recava in ospedale è andato in escandescenze iniziando ad aggredire i suoi soccorritori. Così il suono della sirena è cambiato, e dal 118 si è passati al 112. Solo l’intervento dei carabinieri ha potuto riportare la calma e consentire al mezzo di soccorso di raggiungere l’ospedale senza danni per nessuno. L’episodio è accaduto giovedì sera.
Con l’uomo, di etnia, rom, c’era il figlio di 15 anni. Si tratta dell’ultimo rimastogli dopo che gli altri 5 gli erano stati portati via. Sempre lui, infatti, lo scorso ottobre, era stato protagonista di un episodio passato in risalto nelle cronache locali. Quando gli assistenti sociali si erano presentati alla sua porta di via Trinità per prelevare gli altri figli (il più grande ha 12 anni) la moglie aveva minacciato di tagliarsi la gola con un coccio di vetro. Era la soluzione estrema ad episodi continui di violenze, alcolismo e degrado, dei quali erano stati informati sia il Comune di Breme sia il pubblico ministero. Per questo il tribunale dei minori aveva disposto che i bambini andassero in una comunità protetta. L’unico rimasto a casa era il primogenito, quello che era sull’ambulanza col padre, portato via dopo l’ennesima intemperanza e l’ennesima sbronza. Vane le promesse dell’uomo di disintossicarsi e di recarsi al Ser.D. di Vigevano.
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