Da circa otto anni il centro Anffas di Mortara ha iniziato una collaborazione con Annalisa e Daniele, due istruttori dell’associazione Acot di Cilavegna che si occupa di animali co-terapeuti. Quest’associazione si dedica alla pet therapy individuale o di gruppo, ed anche a delle attività di educazione, ippoterapia, cinofila e formazione operatori.
“Grazie al loro supporto – racconta l’educatrice Ilaria Tabarin - molti dei nostri ragazzi hanno sviluppato una maggiore capacità di controllo delle emozioni con gli animali, buona capacità di relazione e riduzione delle ansie o comportamenti problema”.
La pet therapy significa letteralmente “terapia dell’animale da affezione” e si tratta di una pratica di supporto ad altre forme di terapia tradizionali che sfrutta gli effetti positivi dati dalla vicinanza di un animale ad una persona, creando così una sintonia tra animale ed utente che stimola le emozioni e favorisce l’apertura a nuove esperienze, nuovi modi di comunicare e nuovi interessi.
Al centro Anffas, col tempo, sono stati utilizzati diversi animali per questa terapia, come ad esempio conigli, cani e cavie, ecc. In particolare dall’inizio di quest’anno è stato avviato un progetto di educazione alla pet therapy pensato in particolare per Lorena, una ragazza che vive da alcuni anni all’interno del centro Anffas. L’idea è nata da una riflessione della referente di intervento Annalisa che l’ha riportata all’interno della sua équipe lavorativa.
Grazie alla pet therapy diminuisce il battito cardiaco e calano ansie e paure e, soprattutto i ragazzi con disabilità, grazie alla relazione con l’animale, possono trovare entusiasmo e motivazione nell’affrontare piccoli compiti quotidiani e sperimentare una modalità facile e spontanea di interazione.
“L’obiettivo da raggiungere – spiega Ilaria Tabarin - riguarda la stimolazione sensoriale che porta ad un aumento dell’autostima di Lorena e della motivazione verso l’attività. In data 5 marzo 2018 Lorena, ha iniziato un percorso di preparazione di interventi assistiti con l’animale che si basa su rinforzo positivo, cioè ad ogni comando eseguito correttamente viene riconosciuto all’animale una ricompensa o un rinforzo sociale”. L’addestramento è avvenuto gradualmente in quanto il cane, Sacher, era un cucciolo non abituato a lavorare all’interno della pet therapy. Perciò, entrambi, hanno intrapreso questo percorso insieme e Lorena, nel tempo, ha dimostrato interesse e costanza nelle indicazioni date dagli operatori cinofili, che hanno proposto vari tipi di esercizi iniziati attraverso semplici attività associate a gesti verbali, come ad esempio l’ordine di stare seduto o di avvicinarsi.
Si sono susseguiti esercizi più complessi con l’utilizzo di alcuni giochi che prevedevano il rinforzo sociale e la gratificazione materiale del cane attraverso il biscotto. Questa attività individualizzata ha permesso a Lorena di raggiungere determinati obiettivi, come ad esempio la crescita dell’autostima, un maggiore autocontrollo dell’emotività e della manualità.
“Lorena – racconta l’educatrice Ilaria Tabarin - rispetto al periodo precedente in cui era inserita in un gruppo più numeroso, è apparsa più motivata e gratificata all’interno del lavoro individualizzato perché il suo senso di autostima si è evoluto”.
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