Renato Soffritti è contento? Naturalmente no. I microfoni del consiglio comunale sono spenti, non si placano le polemiche tra l’ambientalista, ora all’opposizione, e l’amministrazione comunale. La discussione infinita durante l’ultimo assise di lunedì scorso non è stata un confronto, ma solo un “botta e risposta” in differita come vuole il regolamento. Renato Soffritti (nella foto) è un fiume in piena.
“Prendo atto che il sindaco, come ha specificato, non ha mai pensato di fare disinfestazione e pulizia nei pressi dei cassonetti – esordisce l’ex membro del Wwf, allontanato proprio dopo la sua candidatura con Silvano Colli – che emanano cattivi odori e sostanze oleose che permangono nel tempo. Non condivido di multare i cittadini quando le norme le violano per colpa dei disservizi del Clir che sono continui e insopportabili. Non mi piace nemmeno sapere che sono visionate immagini di videocamere per fare multe causate da disservizi con l’ausilio di spioni che non mi sento di ringraziare perché se siamo arrivati, a essere peggio di Roma e del sud, non sono serviti a niente. Le videocamere dovrebbero servire solo per la sicurezza, violare la privacy delle persone per futili motivi non è una valida giustificazione da parte del sindaco. Quest’ultimo dimostra di avere solo rispetto per aziende e istituzioni e poco per l’ambiente e la salute dei cittadini, perché non sa mettere in campo soluzioni credibili”.
Gli “spioni” sarebbero i volontari civici. Da tempo il Comune, con l’iniziativa “adotta un’ecostazione”, chiede a questi cittadini di segnalare il malfunzionamento delle calotte, di saturazione dei cassonetti e di abbandono di rifiuti al suolo. “L’obiettivo di tale attività non è e non è mai stato l’accertamento di eventuali violazioni e l’individuazione dei relativi responsabili – aveva chiarito Marco Lorena – ma il tempestivo ripristino delle situazioni di guasto o di degrado in modo da limitare al massimo il disagio creato dal malfunzionamento della calotta piuttosto che dall’eccessivo riempimento dei contenitori o dalla mancanza di pulizia. È quantomeno ingeneroso, se non offensivo, qualificare come “spioni” i volontari che vanno invece ringraziati e lodati per il loro senso civico e l’azione meritevole volta a migliorare la vivibilità del paese a beneficio di tutti”.
Una risposta che non ha convinto per niente Soffritti.
Intanto, mentre il paese passerà alla raccolta porta a porta parziale da dicembre, l’ambientalista si chiede come mai la cosa non sia stata fatta subito, nell’ottobre 2017, quando la differenziata arrivò anche a Parona.
Da fine anno ci sarà il “sacco rosso” con plastica, carta e lattine, porta a porta, e il verde. Rimarranno i bidoni di umido e indifferenziata, ma senza più le tessere.
“Rimane incomprensibile – prosegue Soffritti – perché Parona non ha scelto da subito il porta a porta, purtroppo non è detto che si risolva tutto, non basta solo il metodo, ma conta anche la qualità del servizio e la competenza. Anche quest’anno abbiamo tentato con una petizione di convertire l’impianto d’incenerimento in un impianto di recupero, sarebbe una soluzione che migliora sicuramente la realtà del territorio, evidentemente il sindaco di Parona sa fare politica solo quando non governa. Quando governa, fa esattamente come tutti gli altri. Vorrei ricordare, e le cronache dei tempi mi sono testimoni, quando hanno iniziato a fare politica ambientale con il dottor Brunoldi, lo facevano solo contro una centrale.
Magari c’erano degli interessi da difendere, come il posto da direttore dell’inceneritore che Colli ha assegnato ad Emilio Lorena, il fratello del sindaco, poi licenziato senza capire il motivo, Silvano Colli ai tempi aveva giustificato quest’assunzione come garanzia per il paese. Io non mi sono sentito per niente garantito in tutti questi anni”.
LOGICA MULTIMEDIA SCRL SOCIETA' COOPERATIVA - Copyright(©) 2023
Powered By Solutions Srl