A metà serata il quintetto Jazz ha in scaletta un pezzo solo strumentale. Sul piccolo palco rimangono in quattro. La vocalist seppur per poco abbandona la scena e a pochi metri di distanza ascolta affascinata i linguaggi sonori dei singoli protagonisti. Seduto e non molto lontano dai musicisti stavo vivendo una situazione serena, rilassata, bella. E mentre ascoltavo ad occhi chiusi le loro improvvisazioni, scandivo il ritmo utilizzando sobriamente tuttoil corpo. Dentro di me e a tratti, i fraseggi e le esplorazioni improvvise mi portavano a vedere i colori degli impressionisti, le danzanti ninfee di Monet, gli omini di Keith Haring che saltellavano da un colore all’altro intrecciandosi poi con i bellissimi caratteri, straordinariamente pieni di musicalità, dell’alfabeto cufico arabo. Una situazione empatica ed onirica incredibile interrotta al termine del brano da un caloroso applauso da parte di un pubblico numeroso ed attento. Queste emozioni uniche e irripetibili sono state da me vis sute venerdì 25 maggio a Semiana, terra di Lomellina. Questa comunità è composta da 230 abitanti e da 11 anni organizza SemianaJazz. La Rassegna per quattro venerdì consecutivi propone serate Jazz con musicisti anche stranieri. Ospitata nel bel parco Comunale e giustamente lontana dal fastidioso rumore mass mediatico è all’insegna della qualità e della semplicità. Interessante e cosa rara la totale mancanza di saluti istituzionali di circostanza che rende di fatto ancora più bella la rassegna. Voglio citare anche una dichiarazione che fece un musicista qualche anno fa sempre a Semiana prima di terminare la sua performance: “E’ la prima volta in Europa che mi trovo a suonare in un festival del Jazz organizzato da un Comune di 250 abitanti. Grazie!” Semiana è per il Jazz una unicità europea. Bravi!
Giuseppe Pasciutti
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