In questi giorni pre natalizi tutti siamo impegnati nel consumismo più sfrenato, cerchiamo regali costosi per le persone amate, o che pensiamo, in questo momento di amare, giocattoli meravigliosi per i nostri figli amatissimi magari per farci perdonare la nostra poca attenzione verso di loro.
Parlare dell’amore universale sarebbe un problema troppo importante da affrontare, non mi sembra il caso, ma parliamo dell’amore di tutti i giorni, l’ amore materno, figliale, coniugale, dell’amore fraterno e quello verso il nostro prossimo.
Quando ero piccola l’ infanzia, per problemi nella mia famiglia, l’ho trascorsa interamente con i miei nonni circondata da un grande affetto e ho imparato a conoscere cosa e’ veramente l’amore. I miei nonni si erano sposati nei primi del 900, vissero insieme per 62 anni esclusi gli anni in cui nonno combatte’ la prima guerra mondiale. Ebbero 5 figli nipoti e pronipoti.
La loro fu una vita durissima, da contadini, una lotta continua alla povertà, nonna raccontava che il loro viaggio di nozze l’avevano fatto andando a piedi in un solo giorno dal paese fino a Novara, per vedere come era una città.
Conservo ancora le lettere che si scrivevano quando nonno era prima al fronte, poi in prigionia, lettere dolcissime, si davano del VOI con grande rispetto, nonostante la lontananza durata molti anni, nonna lo aspetto’ fiduciosa anche quando lo davano disperso. Nelle loro vecchiaia lavoravano ancora insieme nei loro campi, anche quando discutevano non c ‘erano mai tra loro parole offensive, spesso, verso sera passeggiavano per la stradina vicino a casa dandosi la mano, ricordo ancora l’affetto con cui nonno accarezzava i capelli bianchissimi di nonna.
Negli anni 50, io ero una bambina, vicino a casa passavano spesso mendicanti i cosi’ detti “batusu”, io mi spaventavo, ma nonna mi rassicurava, c’era sempre un piatto di riso e un posto per dormire nel fienile, “povra gent sensa gnent” diceva nonna .
La mattina di Natale trovavo vicino al camino uno dei miei scarponcini con noci, mandarini, caramelle, un pezzo di cioccolato e qualche moneta da spendere parsimoniosamente. Sono piccoli ricordi che oggi forse non hanno importanza, non possiamo certo pretendere di tornare a vivere nel passato, ma rivalutare certi valori non farebbe male.
Valori di rispetto verso noi donne, in questi anni sempre piu’ spesso prese di mira dalla violenza sia fisica che mentale degli uomini, valori di rispetto verso i meno fortunati, i deboli affetti da terribili malattie, gli emarginati, i diversamente abili, gli anziani sempre più soli.
Troviamo qualche minuto da dedicare a loro, basta un abbraccio, un gesto gentile, un sorriso, scaldiamo il cuore a noi e chi lo riceve.
BUON NATALE
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