Gentile direttore, la sera del 17 giugno, stavo passeggiando nella stradina sterrata dietro casa, in mezzo alla nostra campagna lomellina, aspettavo col naso all’insù il crepuscolo e lo spuntare della “luna fragola” quella meraviglia dell’universo che la natura ci offre all’inizio dell’estate.
Ero immersa in un grande silenzio rotto solo dal gracidare delle rane , mi tornò alla mente quella frase di Ovidio “gli animali guardano proni a terra, all’uomo e stato dato un volto eretto per guardare il cielo e le stelle”.
Mi accorsi che stavano arrivando delle persone, una coppia con due bambini, mi spostai per farli passare, li conoscevo ma non mi videro nemmeno, a capo chino camminavano, ognuno di loro stava guardando soltanto lo schermo del proprio smarthphone saldamente incollato alla mano. Nessuno parlava le dita si muovevano freneticamente sui tasti ciattando con chi sa chi o visionando siti che spesso i minori non dovrebbero vedere senza dovuto controllo.
Sono rimasta colpita da questa cosa, mi sono resa conto di quanto oggi la frase di Ovidio sia lontana dal modo di essere dell’uomo moderno.
In questo nostro mondo che noi consideriamo evoluto e altamente tecnologico si rincorre il successo, si lavora, si gioca, si legge solo su internet. Mettiamo in rete foto e pezzi della nostra vita privata con conseguenze spesso pericolose. Ormai nessuno di noi può farne a meno, siamo tutto schiavi di questi infernali aggeggi.
Nulla da aggiungere. Nulla di più condivisibile. Grazie
Giovani Rossi
Una cosa che non riuscirò mai a fare, e non cambierei per nulla al mondo e’ il fruscio delle pagine sfogliate , il piacere di chiudere un libro finito e riflettere sul contenuto.
Mai come in questo momento cosi’ difficile per il nostro pianeta non dovremmo perdere l’abitudine di leggere, almeno ogni tanto, un buon libro, entrare in una libreria, in una biblioteca, fermarsi alle bancarelle dei libri usati, toccare e sfogliare pagine vecchie e ingiallite, a volte si possono trovare cose meravigliose, piccoli gioiellini d’arte di pittura, di storia, di poesia.
Queste piacevoli scoperte portano poi alla curiosità di entrare in un museo, ascoltare musica, concedersi una breve gita per visitare qualcosa interessante che spesso e’ vicino a casa nostra e non lo sapevamo.
E’ bellissimo prendere in mano un libro scelto e comprato senza i condizionamenti della pubblicità oppure riprendere opere che a scuola ci sembravano noiose, rileggerle piano piano, fermandosi ogni tanto a riflettere, oppure leggere tutto d’un fiato quando la trama ci prende molto. Ultima considerazione: penso che oggi parlare di poesia fa sorridere, i poeti vengono visti come esseri vulnerabili, svaniti, fuori dalla realtà, invece la maggioranza di essi ha una vita normalissima con i suoi problemi quotidiani.
Sono persone che ragionano in modo più sereno, che percepiscono e analizzano le proprie sensazioni, che apprezzano i sentimenti, che accettano gioie e dolori senza isterismi o risentimenti.
Sono convinta che in ogni essere umano si nasconda un’anima di poeta, basta avere il coraggio di togliersi quella maschera di cinismo e indifferenza che va tanto di moda oggi, e lasciare che i versi sgorghino dal cuore senza remore o vergogna.
Come la filosofia dei nostri antichi insegna, il dolore, la sofferenza le difficoltà della vita temprano il carattere e sviluppano la nostra forza interiore. Un modo di pensare così concepito fa suoi i principi fondamentali delle religioni che troppo spesso vengono falsati e manipolati per il proprio tornaconto.
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