Silvia Piani è raggiante quando alle 10 e 40 di venerdì l’applauso di un’affollatissima sala contrattazioni merci segna il successo di quello che resterà negli annali come il più straordinario evento del mondo agricolo (e non solo agricolo) lomellino, con un palco in cui si sono presentati il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi, l’assessore regionale alla famiglia Silvia Piani e il parlamentare Marco Maggioni. E non a caso un agricoltore di lungo corso commentava con “Sembrava di essere a Voghera negli anni ‘80”. E la regia di questo evento senza precedenti, in cui per la prima volta la Lomellina si è accorta di essere territorio agricolo, ha un nome e cognome: Silvia Piani.
Ad accogliere questa “calata” di pezzi da 90, per accogliere l’assessore Fabio Rolfi, tutto il variegato mondo agricolo e pseudo agricolo lomellino, con i vertici della professionali agricole, esponenti del mondo risiero, agricoltori di professione (impossibile non notare in prima fila Federico Radice Fossati, con accanto il figlio, l’imprenditore agricolo olevanese Francesco Bergamasco e il collega Cesare Pollini), oltre a quel piccolo universo di presenzialisti para agricoli (non si sa perché) guidati dal sindaco di Breme Franco Berzero, attaccato a ventosa al ministro Centinaio (chissà, forse per cercare altri denari per la cipolla rossa più cara del mondo). E ovviamente l’inevitabile trenino degli assessori mortaresi, lo stesso che è riuscito a farsi notare ripetutamente di fronte agli incendi di Bertè, ma che alla borsa merci ha raccolto numerosi “Ma chi sono?” da una platea agricola poco incline ai selfie su Facebook.
E l’attesa per quella incredibile rappresentanza del mondo agricolo nelle istituzioni non è stata vana, perché dopo i saluti di Silvia Piani e di Marco Maggioni, l’assessore regionale Fabio Rolfi ha fatto capire di fare sul serio. Un salto netto dopo un periodo silente di Viviana Beccalossi, bresciana pure lei, e di Gianni Fava, l’assessore che in Lomellina si era sempre visto al momento sbagliato e nel posto sbagliato. Rolfi, classe 1977, ha messo il dito nella piaga dell’efficienza della macchina regionale, che in Lombardia dovrebbe invece essere un esempio. Perché è inutile che qui si sbandierino eccellenze se poi i tempi per l’assegnazione dei piani di sviluppo sono troppo lunghi. Un discorso analogo per la burocrazia, quella che in questi anni ha fatto letteralmente lievitare gli organici delle associazioni agricole, ma ha fatto drizzare i capelli ad aziende agricole che impiegano meno tempo per seminare che per dover raccontare di averlo fatto.
Fabio Rolfi non ha mancato di farsi notare per lo stile essenziale, quasi colloquiale e per slalom vittoriosamente effettuato tra gli “stringitori” professionisti di mani, quelli che poi, la settimana dopo pensano di andare in Regione a chiedere soldi. Al solito e non si sa perché.
Ma a Mortara, venerdì a ricevere Rolfi e tanti applausi è venuto anche Gian Marco Centinaio. Già, bella forza, si dirà, con alle spalle un ministro Maurizio Martina che in Lomellina è venuto due volte da perdente, la prima per la campagna elettorale della candidata a sindaco a Mede Bertarello, la seconda come supporto di Matteo Renzi alla campagna elettorale del referendum, costituzionale, sempre in borsa merci. Insomma, più perdente di così si muore! Ma Centinaio è andato oltre, anche se non ha risparmiato una stoccata a quello che probabilmente è stato il peggiore ministro dell’agricoltura di tutti tempi, sottolineando che dopo settimane e settimana sta ancora firmando provvedimenti lasciati in sospeso da Martina.
“Un ministero trovato come un campo di battaglia in Medio Oriente” confida Centinaio, ma non certo una sorpresa, visto che Matteo Salvini lo ha messo proprio lì per questo, dato che lo considera uno stakanovista della politica.
Il piano di battaglia che Centinaio ha illustrato a Mortara, anche per sostenere un assessore Rolfi che è il diretto collegamento con le aziende agricole, è di quelli da applausi in Lomellina, perché parla di tagli alla burocrazia che soffoca letteralmente le aziende italiane; battaglia per l’applicazione della clausola di salvaguardia per limitare le importazioni di riso dai Paesi meno avanzati; l’avvio di una rete di controlli da parte di carabinieri forestali e guardia di finanza su tutte le navi che in Italia sbarcano prodotti alimentari, riso in testa. “Perché – ha chiarito Gian Marco Centinaio – va bene che l’Unione europea tagli ogni anno l’elenco dei prodotti ammessi per i trattamenti fitosanitari in agricoltura, ma noi restituiremo al mittente ogni derrata alimentare che non sia conforme alle nostra leggi, perché non esiste che i nostri consumatori siano esposti al consumo di alimenti contaminati da sostanze certamente cancerogene. Dunque se ci sono navi che trasportano cose del genere faranno dietrofront e se ne torneranno da dove sono partite”.
Un’azione che sarà portata avanti in pieno accordo proprio con l’assessore regionale Fabio Rolfi, con il quale, ha spiegato Centinaio, “Esiste una piena condivisione”.
Ultimi due punti che hanno portato ad applausi a scena aperta sono stati la battaglia contro i tagli ai sostegni fissati nella Politica agricola comunitaria, e una legge che imporrà criteri rigorosi di tracciabilità per i prodotti da agricoltura biologica. Dato che oggi prodotti che arrivano da Romania e Bulgaria vengono spacciati in Italia per biologici, il che danneggia fortemente i veri prodotti biologici che in Italia adottano criteri di tracciabilità.
Insomma, se soffia aria nuova per immigrazione, giustizia, lavoro, sicurezza, l’assemblea di venerdì ha confermato che l’agricoltura non farà affatto eccezione. Si tratterà di vedere come questa energia di rinnovamento potrà coniugarsi con i giganteschi interessi della rete della grande distribuzione e con le importazioni di riso, che vengono fatte dai grandi gruppi risieri non solo italiani. Quelli che in passato sono riusciti a farsi ascoltare moltissimo dai predecessori di Centinaio e Rolfi.
Ma i tempi di Beccalossi assessore e di Alemanno ministro, se non quelli dei ministri all’agricoltura Poli Bortone o Pecoraro Scanio sembrano davvero appartenenti a un passato remoto. Per fortuna.
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