Scoppia la guerra delle tasse (non pagate) tra enti pubblici. Da una parte il Comune di Mortara, nelle vesti di parte lesa. Dall’altra l’Aler, che non ha versato l’Imu negli anni dal 2014 al 2016. Così nelle casse pubbliche mancano quasi 100 mila euro. Un caso che finirà in tribunale. Sarà l’ennesima causa. Eppure l’amministrazione aveva fatto il possibile per evitare udienze e spese legali. Ci aveva provato quando ai vertici di Aler c’era il Leghista Jacopo Vignati. Nonostante tutto il tentativo di mediazione intrapreso lo scorso 17 maggio presso gli uffici dell’edificio di piazza Martiri della Libertà è fallito. Nessun accordo bonario.
L’Aler non ha paga e non ha intenzione di farlo. Così l’amministrazione ha scelto di aprire il contenzioso tributario. Secondo l’ufficio tributi del comune gli avvisi di accertamento Imu emessi risultino legittimi e giuridicamente fondati. “L’imposta - si legge nella delibera - deve ritenersi correttamente versata, in quanto l’imponibilità degli immobili posseduti dall’Azienda lombarda edilizia residenziale (Aler) di Pavia Lodi era espressamente prevista nell’anno 2012. L’unica eccezione, a partire dal 2014, è costituita dall’aliquota ordinaria dei soli alloggi sociali. In quel caso l’agevolazione consistente nell’applicazione della detrazione per abitazione principale”. L’Aler di Pavia-Lodi è un ente che si occupa di edilizia popolare. A Mortara l’Aler gestisce 147 appartamenti a canone agevolato e 63 box, ma il patrimonio immobiliare complessivo è di oltre 7 mila fabbricati. Molti di questi, però, non sono abitati. Solo a Mortara numerose case non anno un inquilino. Questo avviene perché non tutti gli edifici sono agibili e necessitano di interventi di manutenzione. E’ un problema da non sottovalutare, anche se spesso è ignorato e lontano dall’attenzione del dibattito pubblico. In lista d’attesa non mancano persone che avrebbero diritto ad un alloggio a canone agevolato. A Mortara ci sono circa 40 soggetti in lista d’attesa che aspettano una casa. Per risolvere questa emergenza l’amico era stata avanzata l’ipotesi di assegnare anche le abitazione attualmente inagibili a patto che gli inquilini si impegnino a sostenere le spese, che non devono superare gli 8mila euro, per le necessarie ristrutturazioni. In cambio queste persone sarebbero esonerati dal pagheranno del canone di affitto per tutto il tempo necessario a raggiungere al somma investita per la ristrutturazione. E’ però difficile immaginare che persone che hanno diritto ad un canone agevolato abbiano anche le risorse per sistemare una casa non loro e fare un lavoro di competenza di un ente pubblico creato appositamente a questo scopo.
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