Tra illusione e speranza, il Comune ci prova ancora e si appella di nuovo al Tar per fermare l’avvio delle attività della ex EcoTrass (ora Agririsorse), la ditta di trattamento fanghi ormai completata in area Cipal. Infatti nei giorni scorsi la maggioranza ha stanziato 11mila e 600 euro per appellarsi al Tribunale amministrativo regionale contro il nulla osta di inizio attività dell’impianto rifiuti rilasciato dalla Provincia il 10 dicembre 2019. “Avevamo già chiesto alla Provincia di stoppare in autotutela ogni autorizzazione – commenta il sindaco Marco Facchinotti – ma non abbiamo ottenuto risposte. Ora ci siamo rivolti al Tar contro l’ultimo atto della Provincia che da il via libera all’inizio del lavoro della ditta”.
Il nulla osta concesso dalla Provincia sembra l’ultimo atto di una vicenda iniziata nel 2013. Un epilogo che vede soccombere la volontà del territorio, lascia inascoltate le proteste dei cittadini, conferma l’impotenza degli enti locali di fronte agli interessi economici, conferma l’inadeguatezza della normativa in termini di programmazione del territorio. Un territorio terra di conquista. L’elenco delle promesse fatte, poi mai mantenute, da parte del mondo della politica in tema di rifiuti è molto nutrito. Anche le legittime richieste di cittadini e associazioni in tema di maggiori controlli non hanno mai avuto un riscontro nei fatti. Dove è finita la giusta idea di aggiungere sulle confezioni del riso e degli altri prodotti della terra la denominazione “coltivati senza fanghi”? Un’iniziativa a costo zero e, in fin dei conti, più facile da introdurre rispetto ad una revisione, che pure ci vorrebbe, della normativa nazionale in tema di fanghi e rifiuti. Alle esasperate segnalazioni dei cittadini non è più accettabile sentirsi rispondere che si tratta semplicemente di cattivo odore. Resta il fatto che il territorio ha fatto 13 sulla “ruota dell’inquinamento”. Infatti quello di Agririsorse è il 13esimo impianto di trattamenti fanghi in provincia di Pavia.
“Non è una sconfitta della giunta – commenta il sindaco Marco Facchinotti – ma di tutto un territorio già martoriato da molti problemi ambientali. Noi, però, non ci fermeremo qui. Non ci arrendiamo”. Ed è anche un modo per dire che nessuno deve azzardarsi a puntare il dito contro il primo cittadino. La prima delibera della giunta con parere sfavorevole all’insediamento della ditta fanghi risale al 10 febbraio 2014. Da allora è iniziata una battaglia lunga 5 anni. In tutti questi mesi ci sono state altre 3 delibere e 4 conferenze dei servizi. Anni in cui il comitato No ai fanghi e con l’associazione Futuro sostenibile in Lomellina hanno sempre lavorato per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere il fronte del “no” all’impianto. Un fronte che, tra gli amministratori pubblici, non si è mai consolidato. A prevalere è stata l’indifferenza dei vicini di casa. Solo Marco Lorena e il sindaco di Tromello si sono presentati all’ultima conferenza dei servizi del 4 aprile 2017. Un po’ poco per un territorio che si dimostra dominato dalle logiche di campanile.
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