La Lomellina è come un campo minato: disseminata di piccole bombe ecologiche pronte a detonare da un momento all’altro. Il rischio ha un nome e un cognome: è il cemento-amianto presente in grande quantità sui tetti delle case, sui capannoni, sui garage e nelle cascine. Ma disinnescare il problema è possibile grazie ad una convenzione con la discarica di Ferrera Erbognone. Una soluzione promossa dall’associazione Adl (Amministratori della Lomellina), presieduta dal sindaco Michele Ratti, che guarda alla salute dei cittadini, ma anche al loro portafoglio.
Infatti l’idea è quella di ottenere un contributo economico da Acta, la società che gestisce l’impianto di Ferrera, per co-finanzire la rimozione e lo smaltimento dell’Eternit dai tetti delle proprietà private. Il primo cittadino di Nicorvo è il portavoce della proposta di convenzione, un’iniziativa che è già stata portata all’attenzione dell’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo. Si tratta del primo passo di un percorso che vedrà coinvolti i Comuni del territorio, la società Acta e Regione Lombardia. “Si tratta di un progetto – spiega Michele Ratti – che non ha una colorazione politica, ma che Adl promuove a vantaggio di tutti i cittadini del territorio. Quello vogliamo ottenere è un contributo per la rimozione del cemento amianto dai tetti delle case. Esistono già agevolazioni Ragionali e sgravi fiscali di vario genere. Se dovessimo riuscire a trovare un accordo con Acta i vantaggi per il territorio sarebbero enormi e di doppia valenza. Da un lato c’è l’aspetto ambientale, con la messa in sicurezza di un materiale pericoloso per la salute e, dall’altro, i cittadini potrebbero ottenere un risparmio paria all’ottanta per cento della spesa sostenuta. Nella migliore delle ipotesi, nel caso in cui Acta dovesse mettere sul piatto risorse importanti, la copertura della spesa sostenuta dai cittadini sarebbe totale. Ai privati rimarrebbero solo i costi per il rifacimento del tetto”.
Una bozza di convenzione esiste già, ed è condivisa dagli amministratori che aderiscono ad Adl. Però il Comune di Mortara non aderisce all’associazione, ma questo non è un ostacolo.
“L’auspicio è che tutto il territorio – continua Michele Ratti – si dimostri unito in un’azione pensata per il bene della comunità, indipendentemente dallo schieramento politico di appartenenza dei diversi amministratori. Presentarci al tavolo di lavoro regionale uniti e compatti sarebbe un valore aggiunto per la proposta”. Immaginare però i sindaci del territorio unanimemente d’accordo su un tema, un qualsiasi tema, è quasi oggetto di letteratura di fantascienza. Ne sa qualcosa Lorenzo Demartini, amministratore e membro di Adl, che ha vissuto in prima persona tutta la vicenda che ha portato alla realizzazione della discarica di cemento amianto di Ferrera Arbognone. “Il progetto – spiega Lorenzo Demartini – era stato promosso nel 2009 dal Clir che avrebbe partecipato con i privati di Acta alla realizzazione dell’impianto. Tutti i sindaci che parteciparono all’assemblea del Consorzio votarono a favore di questa iniziativa. Poi ci fu una retromarcia sciagurata da parte di Clir, che si fece da parte. In compenso la discarica è stata comunque fatta senza alcuna partecipazione pubblica. Così i cittadini hanno perso ogni possibile vantaggio dalla presenza di Clir all’interno dell’attività di smaltimento del cemento amianto. Lavoro in un ospedale e ho ben presente gli effetti terribili determinati dell’amianto quando non si provvede ad un corretto smaltimento. Lasciarlo sui tetti è tremendamente sbagliato e pericoloso. Inoltre i costi per lo smaltimento possono indurre qualche incosciente a buttare questo materiale nelle campagne creando un ulteriore pericolo per ambiente e persone. Da anni sono quindi promotore di un accordo che consenta ai privati di risparmiare sui costi di rimozione e smaltimento e che incentivi le persone a bonificare correttamente i tetti dal cemento amianto”.
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