La Regione perde anche in consiglio di Stato. L’innalzamento del limite degli idrocarburi nei fanghi fino a 200 volte, sognato da palazzo Lombardia, è stato bocciato ancora. Vincono gli ambientalisti e i 57 sindaci delle province di Lodi e Pavia che un anno e mezzo fa impugnarono la delibera portandola al Tribunale Amministrativo Regionale. Venne bocciata nel luglio 2018 e si arrivò al consiglio di Stato. La approvò la giunta Maroni nel settembre 2017.
Tra i paesi del nostro territorio anche Cassolnovo, Robbio, Tromello, Dorno, Parona. Il valore soglia, se fosse passata la nuova normativa, sarebbe passato a 10mila milligrammi di idrocarburi per chilo di fanghi, dai 50 attuali. I giudici del consiglio di Stato ritengono la delibera illegittima perchè “non è stata preceduta da un’idonea istruttoria pronta ad acclarare, previo svolgimento di tutti i necessari accertamenti, che la concentrazione di idrocarburi sia tale da non esporre il suolo ad alcun rischio di contaminazione”. La Regione doveva controllare prima che i nuovi limiti decisi non dovevano superare il decreto legge 152 del 2006, quello che fissa i valori massimi di idrocarburi e fenoli nel suolo.
Se Regione Lombardia emanasse un’altra delibera a riguardo dovrà prima consultare i Comuni, in quanto “portatori degli interessi pubblici locali”.
Intanto mesi fa il “decreto Genova” sbloccò lo spandimento dei fanghi, stabilendo il nuovo limite di 1 grammo di idrocarburi per chilo di fango “tal quale”, ossia così come esce dal depuratore. Meno della delibera regionale bocciata dal Tar e dal Consiglio di Stato, ma più dei 50 milligrammi consentiti a livello nazionale.
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