Egregio direttore, leggo sul suo giornale la lettera dell’amico e collega sindaco Stefano Tonetti che scrive circa la Lomellina a pezzi. La settimana precedente una lettrice di Tromello (milanese venuta nella nostra terra in cerca di qualcosa che non c’è) si lamentava, a piena ragione, della situazione da terzo mondo del nostro territorio. In risposta, sintetizzando, vengono additati gli amministratori pubblici in generale per la loro inefficienza.
Ci tengo a tal proposito a segnalare che dall’estate 2019 è nata un’associazione di amministratori, AdL (Amministratori della Lomellina) che vuole essere un contenitore nel quale le persone che hanno, o hanno avuto, ruoli istituzionali, si trovino e cerchino di proporre idee e soluzioni agli innumerevoli problemi che affliggono il nostro territorio. Ambiente, Sanità, Infrastrutture, Istruzione, Sicurezza, Turismo, Promozione del Territorio, ecc… sono tutti argomenti per i quali stiamo lavorando e presto avremo delle proposte da presentare ad organismi superiori. Di quest’associazione ne sono coordinatore oltre che, insieme ad altri, promotore.
Certamente c’è da fare un cambio di mentalità. Quando sono stato eletto a Nicorvo, ho da subito compreso che essere Sindaco di un paese di 300 anime (meno di alcuni condomini di città ben popolate) ha certo importanza, ma se questo incarico resta confinato nella delimitazione del proprio orticello, serve solo a farsi dire “ciao sindaco” al bar. Non è quello il mio intento e sono felice che sia così anche per i tanti amministratori che hanno aderito ad AdL. Siamo consapevoli che non è possibile lasciare che le cose vadano sempre nello stesso modo. Personalmente se faccio sempre la stessa operazione ed ottengo sempre lo stesso risultato che non mi piace, o sono masochista, oppure cerco di cambiare metodologia operativa.
Certo le difficoltà sono tante e il depauperamento che Tonetti ben descrive, è anche figlio di politiche nazionali che non agevolano certo i piccoli centri, ma lamentarsi serve a poco! Dobbiamo e vogliamo agire nell’interesse del territorio tutto e non importa se bisogna portare avanti l’istanza di quel paese che sta a 30 Km da Nicorvo e di quel comune che ha un ponte chiuso da anni. Si agisce per il territorio. Se cresce la Lomellina, crescono tutti i comuni compresi in questo fazzoletto di terra. Questa è la mentalità che ci spinge.
Con rammarico noto che alcuni amministratori, invitati a partecipare, preferiscono rimanere in disparte e questo è un peccato. Ad oggi contiamo più di 50 aderenti e sono rappresentati circa 30 comuni. Dev’essere chiaro che agire in un’associazione conferisce maggiore forza a tutto il movimento. Non abbiamo bandiere di partito ed ognuno deve sentirsi pienamente libero di appartenere a questo o a quel partito politico oppure di assumere libere decisioni all’interno della propria amministrazione.
Quell’esigenza, più volte espressa in varie occasioni a “stare uniti”, adesso può avere una veste ufficiale e riconosciuta.
Sta a noi Amministratori agire, rimboccarci le maniche e andare, con la forza che ci viene data dal riconoscimento associativo, a bussare alle porte che contano e far sentire la voce della Lomellina determinati a non voler passare per la “Terra dei Fuochi” del nord.
Michele Ratti
Sindaco di Nicorvo, Coordinatore di AdL
Egregio Signor Sindaco, le dico subito che sottoscrivo le sue istanze e metto a disposizione (ovviamente gratuitamente) dell’associazione AdL una pagina del giornale ogni settimana, al fine di promuovere le vostre iniziative. E sono certo che il direttore che mi succederà da gennaio, Vittorio Testa, abbraccerà con entusiasmo questa mia idea. Insomma, noi ci siamo.
Detto questo sono convinto che per ottenere la partecipazione sia decisivo dibattere su problemi concreti, perché la partecipazione non si può ottenere solo sperando nella disponibilità, ma conquistandola. Cioè facendo proposte, sulle soluzioni ai problemi, senza fermarsi alle elencazioni.
Dunque le vengo volentieri in aiuto, basta ricordare quelle che sono state le mie battaglie su queste pagine.
In primo luogo il lavoro, che in Lomellina significa agricoltura. Oggi l’agricoltura, soprattutto qui, segue un modello di sviluppo suicida, voluto dalla grande distribuzione, che comprime in modo insopportabile i prezzi alla produzione, aumentando a dismisura le dimensioni di sopravvivenza delle aziende, trascurando del tutto il concetto di qualità=salubrità. Prima l’orizzonte delle aziende agricole era 100 ettari, oggi è 1000, ma parallelamente l’occupazione del settore agricolo, e soprattutto dell’indotto, è crollata. Pensi a quante officine meccaniche c’erano; c’era persino una fabbrica di mietitrebbie, la Lova, oggi non c’è più nulla, si mangia cibo spazzatura globalizzato, si inquina in modo inaccettabile, per far godere i grandi mercanti di cibo e la grande distribuzione.
Agricoltura che significa difesa del territorio, barriera contro il dissesto idrogeologico, perché se i fiumi ci sommergono, se le colline ci franano addosso è solo perché l’agricoltura ha perso il suo ruolo, che non è solo produttivo, ma anche ambientale. L’agricoltura lomellina ha enormi spazi di sviluppo, ha tantissimo lavoro da offrire, se si comprenderà che quella attuale non è la via percorribile.
E agricoltura significa anche difesa delle strutture esistenti, difesa dei paesi che oggi si spopolano, perché nel giro di 4 – 5 anni le case disabitate da tempo cominceranno a crollare, in mezzo al paese, in un panorama di tipo post bellico. Ma il problema va risolto alla base, cioè creando un nuovo modello di agricoltura.
Viabilità. La Lomellina è dotata di una straordinaria rete viaria, fatta soprattutto di strade secondarie, bellissime, suggestive, oggi abbandonate, sfondate dal traffico pesante dei camion carichi di fanghi, con ponticelli traballanti che crollano a ripetizione: pensi a Olevano, a San Giorgio, a Remondò. La rete viaria secondaria è strumento vitale per i piccoli centri che caratterizzano la Lomellina e deve essere ripristinata e tenuta in ordine. Certo che se invece ci sono sindaci (e giornalisti) visionari che sognano autostrade inutili, per sprecare ancora territorio, allora viene il dubbio che non si lavori per la Lomellina. Aggiungo la situazione dei treni, disastrosa, che è la inevitabile conseguenza di decisioni che hanno penalizzato il traffico pendolare. Un’altra follia che va cambiata, e invece siamo stati mesi a dibattere sulla Tav, mentre le autostrade crollavano.
Servizi. Chiudono ospedali, banche, uffici pubblici, e nessuna persona ragionevole può decidere di venire ad abitare dalle nostre parti, dove le case non costano nulla. Una famiglia che vuole fuggire dai folli costi abitativi di Milano non può accettare di finire nella jungla, senza trasporti, senza ospedali, senza strade, senza treni che funzionano, cioè senza i minimi servizi vitali.
Lo ricorda benissimo la gentile lettrice che lei cita e che ci ha scritto la sua delusione. Quella signora che cercava qualcosa che prima c’era e che ora non c’è più, evidentemente per colpa di qualcuno. E mi pare buffo che ora si scopra di voler difendere il territorio: come facciamo, a forza di cipolle o di oche? Oppure facendo fare lo slalom tra camini sfumacchianti?
E così arrivo all’ultimo tema: l’ambiente.
Cosa dire? Noi abbiamo dedicato decine e decine di prime pagine al tema del degrado assoluto dell’ambiente, cioè del territorio, in Lomellina, ci siamo presi querele, abbiamo registrato l’assoluta mancanza di iniziative concrete da parte degli amministratori.
Caro sindaco Michele Ratti, l’ambiente in Lomellina è compromesso, distrutto, direi irreversibilmente distrutto dalla “distrazione” delle istituzioni, tutte. La Lomellina è una pattumiera, la terra dei fuochi del nord, dove impazza il cancro, dove la straordinaria ricchezza dell’acqua non è stata neppure compresa e tanto meno valorizzata, se non per raffreddare impianti inquinanti. C’è poco da aggiungere.
Il problema è l’imbarazzo di prendere posizioni “contro” la Regione. Almeno questo è quello che è successo fino ad oggi, dato che i problemi che lei ed io elenchiamo non sono certo scoppiati ieri mattina. E vedo che lei la Regione neppure ha voluto citarla.
Assolutamente benemerito, infine, il fatto che lei sottolinei che l’Associazione AdL sia apolitica.
Bravo, davvero.
Vede, ogni associazione, culturale, sportiva, di volontariato, rischia di essere una ghiotta preda in termini di voti, di consenso, per chi si nutre di politica. Cioè le associazioni, rischiano di diventare strumenti nelle mani di chi poi se ne fa portavoce e presenta il conto al potere per ottenere vantaggi per sé, incarichi professionali, appalti, consulenze.
Credo che lei ne abbia sentito parlare. E temo che un’associazione di sindaci corra doppiamente questo rischio, che lei esclude. Meno male.
Detto questo, sono sicuro delle sue rassicurazioni e fiducioso in un percorso operativo ancora più costruttivo dei sodalizi benemeriti nati in passato come tavoli di “concertazione” per il territorio, come il comitato dei sindaci per l’ambiente che si diede appuntamento a Lomello (con risultati non sempre straordinari), o l’Ecomuseo, o il Gal, oppure il coordinamento delle biblioteche, per non parlare del Cipal e del Clir.
Vede il Clir (Consorzio lomellino incenerimento rifiuti) e il Cipal (Consorzio intercomunale piano sviluppo dell’Alta Lomellina), erano stati pensati, molti decenni fa, come strumento per la gestione di molti servizi per il nostro territorio e, se ben governati, davvero potevano fare la grande differenza. Ma sono stati smantellati, spernacchiati. Perché? Non mi dica che la politica qui non c’entra perché allora mi scappa da ridere.
Infine non possiamo nasconderci, che la Regione Lombardia sia diventata “Milanocentrica”, tra olimpiadi sulla neve e grattaceli, pagati anche da noi malconci campagnoli. Non crede sia un pochino discutibile? In ogni caso io sono al suo fianco e se vuole pronto a partecipare in prima persona. Sempre.
Giovanni Rossi
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